lunedì 26 maggio 2014

Appuntamento con la R.S.I. - 1 Giugno 2014

La Delegazione del Lazio – Gruppo Civitavecchia
Raggruppamento Combattenti e Reduci RSI – Continuità Ideale “Franco Aschieri”

In collaborazione con i Gruppi di Santa Marinella, Roma, Colleverde, Cerveteri e Rieti


Il 1 Giugno 2014 a Civitavecchia, organizzano una giornata in Onore della RSI



Ore 11.00
Presentazione del libro "LA GUERRA E' FINITA" di Mario Michele Merlino e Roberto Mancini, alla presenza degli autori

Il romanzo - scritto a quattro mani - narra la storia di due commilitoni del battaglione Lupo.

E’ la storia di Ludovico e Gaetano che, partendo dalle esperienze di vita passate e scegliendo la via dell'onore dopo l' 8 settembre, partecipano al conflitto fino alle ultime raffiche di mitra e …. il resto lo lasciamo alle parole dei due autori.Con lo stile che li contraddistingue, Merlino e Mancini intendono ricollegarsi alla sfida ideale dei protagonisti di questo romanzo storico, al fine di spiegarne la scelta, l’inquietudine e l’irriverenza. Conoscere la storia e le vicende dei nostri eroi, per capire le origini del nostro patrimonio ideale, ci rende degni continuatori di un percorso costruito sul sacrificio ed il sangue di chi ci ha preceduto.

Ore 13.00
Pranzo legionario

Nel caso in cui i gruppi aderenti intendano far aderire all’incontro le rispettive comunità, le inseriremo nella locandina

All'incontro, sono gradite le insegne dei gruppi (che non concorrono alle competizioni elettorali) ed eventuali stand con materiale delle associazioni. A margine dell’incontro, si discuterà anche del tesseramento del 2014 e delle prossime attività della Delegazione del Lazio

Per richiesta info: rsilazio@gmail.com
Evento su FB: https://www.facebook.com/events/420652264741255/

martedì 20 maggio 2014

Riunione 17 Maggio 2014

Il giorno sabato 17 Maggio si è riunita a Roma la delegazione Lazio del Raggruppamento Combattenti e Reduci R.S.I. – Continuità Ideale.

Si è fatto il punto sulle attività svolte nei mesi precedenti, come le azioni presso il Campo della Memoria di Nettuno ed il sacrario di Sant'Angelo in Formis, che hanno aperto diversi scenari di collaborazione con le realtà e gli individui che hanno sulle spalle l’onere di accudire e gestire questi ed altri importanti luoghi della memoria.

In un clima di forte entusiasmo si è proceduto con la programmazione dei prossimi eventi.

Nei primi giorni di Giugno si terrà nel litorale romano un incontro di cui a breve verranno definiti e pubblicizzati i particolari, l’occasione della “festa della repubblica” sarà come sempre utile ad una riflessione sulla differenza tra il nostro mondo e quello costruito dopo il 1945;
per l'estate invece si prevede un intervento presso uno dei vari monumenti ai caduti della RSI presenti nel territorio reatino, mentre a Settembre si terrà una conferenza a Roma, probabilmente con la presentazione di un libro di recente uscita.

E’ quindi con molta carne al fuoco che i rappresentanti della delegazione si sono salutati tornando alle proprie rispettive città, ma restando in stretto contatto per la preparazione e l’organizzazione delle attività.

La catena ideale con i combattenti non si spezza, la lotta continua.
W la RSI!

mercoledì 14 maggio 2014

Il primo bombardamento di Civitavecchia - 14 maggio, 71° anniversario



Vogliamo fare chiarezza, oltre che esortare tutti i civitavecchiesi a prendere coscienza della propria identità e a ricordare i propri morti, vittime di una strategia di guerra tanto vile quanto distruttiva. Vogliamo precisare che la nostra città non fu bombardata dai tedeschi, cosa di cui molti nostri giovani concittadini sono – incredibilmente – convinti, bensì dai “liberatori” anglo-americani.
Nel maggio del 1943 il Regno d’Italia era infatti ancora schierato in guerra al fianco della Germania, anche se la recente sconfitta delle truppe dell’asse in Africa settentrionale e la ormai prossima invasione del territorio nazionale avevano minato la stabilità politica del governo. Le distruzioni e i sacrifici imposti dalla guerra, in particolare dalle criminali incursioni aeree degli Alleati, avevano dato alle popolazione molti patimenti ingenerando un sentimento di insofferenza nei confronti della guerra stessa, elemento che ingrossò le file dei voltagabbana dell’8 settembre che lo stesso anno avrebbero tradito la loro patria e il loro popolo. Nel maggio del ’43 l’Italia era ancora impegnata sui vari fronti di guerra al fianco dell’alleato germanico. Nell’ottica del piano di conquista, che prevedeva l’assoggettamento dell’intero continente europeo, gli alleati convennero che l’invasione dell’ Italia, considerata “il ventre molle d’Europa” fosse la via più rapida per ottenere tale obiettivo. Era tuttavia necessario “ripulire il terreno” prima dell’invasione, in quanto a dispetto della propaganda antifascista e anti-italiana, i nostri soldati, tutt’altro che vigliacchi e pronti alla resa, potevano ancora costituire - e costituirono - un forte ostacolo all’invasione. Per questa ragione gli inglesi e gli americani, forti di una netta superiorità aerea, attuarono sistematiche incursioni aeree e bombardamenti a tappeto (definizione inventata dal criminale Churchill) sul territorio Italiano, in particolare su tutti gli obiettivi quali porti, aeroporti, stabilimenti industriali e installazioni militari, che avrebbero ridotto le capacità difensive italiane.
Civitavecchia era gia all’epoca uno dei principali porti del Mar Tirreno, e durante la guerra era stata la base di partenza di numerose navi cariche di truppe e di rifornimenti dirette in Africa. Il 14 maggio del 1943 la città era affollata da truppe e mezzi militari in procinto di essere imbarcati per la Sardegna, che si temeva fosse il prossimo obiettivo dell’invasione anglo-americana. Alle 15 furono avvistate numerose formazioni di bombardieri americani B-17, conosciuti come fortezze volanti, provenienti dalle basi alleate in Tunisia. In 8 successive ondate la quasi totalità di Civitavecchia fu rasa al suolo (l’80% degli edifici) causando un numero di vittime imprecisato, poiché erano presenti in città un gran numero di soldati. Dopo i bombardieri giunsero formazioni di caccia americani, che sorvolando a bassa quota la città spararono sulle persone e i mezzi che riuscivano a individuare.na autentica e inutile strage. I civitavecchiesi scomparsi in quell’occasione furono oltre 500, contemporaneamente vennero colpite anche le città di Olbia, Sassari, Alghero e Porto Torres, interrompendo così ogni collegamento marittimo tra la penisola e la Sardegna. La popolazione si ridusse rapidamente da ventimila a tremila abitanti, poiché i superstiti furono costretti ad abbandonare la città per evitare ulteriori incursioni aeree (dal 1943 al 1945 se ne verificarono ben 86, tuttavia la più violenta e distruttiva fu proprio la prima)
Ciò che occorre precisare è che questa azione non fu tesa esclusivamente al conseguimento di una vittoria militare, ma era deliberatamente rivolta contro obiettivi sia militari che civili, al fine di causare il maggiore numero di morti e distruzioni possibili. La nostra città non subì un trattamento diverso dalle città di Hiroshima e Nagasaki, delle centinaia di villaggi del Vietnam bombardati con il Napalm o dalle città irachene e afghane devastate e occupate da coloro che, venuti in nome della santa democrazia, si sono rivelati nient’altro che degli impostori. Dei colonizzatori che sotto la minaccia della distruzione totale hanno imposto la loro egemonia politica e militare, affermando la loro “cultura” e le loro usanze, infangando la memoria di coloro che anziché arrendersi alla loro volontà si sono battuti fino alla fine per salvare almeno l’onore della patria e del popolo italiano.
Tutto questo è oggi drammaticamente estraneo alla memoria dei civitavecchiesi, tanto da poter tollerare la presenza nel miglior punto panoramico della città di un ridicolo idolo di cartapesta inneggiante alla distruzione della città.

giovedì 1 maggio 2014

25 Aprile 2014 - Sant'Angelo In Formis [recensione]




Il “Sacrario dell’Armata Silente” a Sant’Angelo in Formis, eretto in una vecchia cava di tufo, per rendere onore a tredici eroi ventenni che a guerra terminata furono fucilati in quel luogo dalle truppe anglo americane dopo essere stati riconosciuti ed arrestati dai reparti di spionaggio americani.
Purtroppo questo monumento versava in uno stato di abbandono con l’erba del prato cresciuta fino a coprire le targhe commemorative, dunque questo 25 aprile ci è sembrato doveroso onorare con l’azione questi ragazzi che hanno combattuto veramente pagando anche con la propria vita la fedeltà ad un giuramento.
Partiti dunque da Roma con le auto cariche di rastrelli, forbici e zappe ci siamo diretti a Sant’Angelo in Formis per poter rendere nuovamente a questo monumento la bellezza che merita.
Arrivati sul posto, dopo la spiegazione da parte del custode degli eventi storici che hanno caratterizzato questo luogo,  abbiamo dedicato la mattinata al togliere le erbacce che avevano infestato il prato del Sacrario. Siamo inoltre stati raggiunti da ragazzi appartenenti ad altre realtà provenienti da Napoli che ci hanno aiutato a ripulire questo splendido posto in poco tempo .
Terminati i lavori e dopo aver pranzato nel piccolo paese di Sant’Angelo in Formis ci siamo nuovamente incontrati con il custode de Sacrario che ci ha guidati nella visita della storica Abbazia dedicata a San Michele Arcangelo, ricca di affreschi dai tratti bizantini e risalente al VI secolo.
Terminata la visita della caratteristica Abbazia siamo partiti nuovamente alla volta di Roma, sicuramente stanchi, ma felici di aver reso onore non solo ai ragazzi dell’"Armata Silente", ma a tutti coloro che hanno combattuto fino alla fine per l’idea alla quale avevano giurato fedeltà senza rinnegarla mai.

Raggruppamento RSI - Delegazione Lazio







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