Onoriamo gli Eroi, custodiamo il Fuoco.
A cento anni esatti dalla nascita dei Fasci Italiani di Combattimento, non è il nostalgismo a coglierci, non siamo stati presi da un attacco di torcicollo.
Abbiamo onorato, per andare oltre il tempo chi, cento anni fa, preparò una marcia che oggi non si è ancora fermata.
Proseguiamo questa marcia. Consapevoli che l’eroismo di chi ha donato la propria vita ad un’Idea superiore, sacra, sconfigge le barriere del tempo. Se non ci ricollegassimo a loro come potrebbe proseguire questa marcia, che oggi, invece prosegue inesorabile?
Oggi, ancora, fondiamo quei Fasci. Al Campo della Memoria, sacrario militare dedicato ai Caduti della battaglia di Anzio e Nettuno, oggi, inquadrate, al seguito di Stelvio Dal Piaz e Ferdinando Signorelli, combattenti dell’Onore, abbiamo reso omaggio agli Eroi. Ripartiamo dal suolo irrorato dal sangue degli eredi diretti di quella adunata del 23 marzo, donato a difesa del Suolo italico, che ricominciò a fiorire per l’intuizione di un manipolo di Uomini e del loro Capo.
Alla testimonianza di Stelvio e di Ferdinando Signorelli, di cui abbiamo accolto le parole di fede e di lotta devotamente sull’attenti, è seguita la deposizione di rose di fronte alle lapidi commemorative dei nostri caduti ed un corona di allora, simbolo di vittoria. I nostri cuori sono poi stati elevati dai nostri canti, tra cui l’Inno a Roma e l’inno delle Brigate Nere, prima di inquadrarci ancora e, dopo aver salutato gli Eroi, ripartire alla volta di Roma.
La giornata è, infatti, proseguita con una conferenza dove Maurizio Rossi ha percorso tutte le tappe, dal 23 Marzo all’8 Settembre e fino agli ultimi fuochi della Seconda Guerra Mondiale, andando dritto al centro di quel fenomeno unico e straordinario che fu il Fascismo.
Dopo questo intenso viaggio fra Pensiero e Azione è stata la volta del commiato e della consegna di Stelvio Dal Piaz, che ha concluso la conferenza con un monito di lotta e di vittoria. E come fiamma che accende fiamma, ricollegandoci ad uno degli ultimi combattenti della RSI, abbiamo concluso una giornata “in trincea”.
A fine serata, sulle note de La Vecchia Sezione, con goliardica compostezza, abbiamo ripercorso in musica la nostra storia, consapevoli che solo chi ha il cuore puro può cantare come ci ha insegnato il Capitano Codreanu.
Ci salutiamo, dopo una giornata intensa e piena. Consapevoli che la rivoluzione che abbiamo in vista non ha limiti, nè di spazio nè di tempo, ma è rivoluzione permanente di anime in marcia.
In alto i cuori!